giovedì 28 maggio 2009

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Ho paura della tua reazione. Io sono esattamente come tutte le altre. Non ho niente di speciale. E ho anche intenzione di dichiararti quanto sono banale. Banale e scema.
Cammino con i denti stretti, ogni passo è un chilometro e ogni metro è pensiero negativo. Fortuna che non sei distante o avrei rischiato il suicidio. Scema, sono scema.
Mi stai aspettando. Accenni un sorriso, ma capisci subito che non è aria.
- devo parlarti.
L’ hai detto.
Quanto sei irritante, quando fai cosi’.
No scusa è che sono a disagio.
Tenero. Comunque anch’io sono a disagio.
Allora togliamoci il pensiero.
Ti ascolto.
Senti hai presente la festa…
Si, c’ero…vuoi sapere i dettagli? Dimmi di no che è imbarazzante…
No veramente ti dovevo delle spiegazioni.
Massi’ vai tra eri partita… capita a tutti… amici come prima.
Ecco appunto. Ero partita. Ma come dire… ho un pochino approfittato della situazione.
Ammutolisci. Ammutoliscono anche i tuoi occhi. Stai cominciando a capire.
Oddio cosa vuoi dire?
Voglio dire…cosa voglio dire…..CHE FINGEVO. CHE CAPIVO. CHE L’UNICA COSA CHE DESIDERAVO QUELLA SERA ERA AVERTI VICINO…. STRINGERTI E BACIARTI.E LO DESIDERO TUTT’ORA.
Mi esce cosi’. Urlando.
Mi guardi dritto negli occhi, cosi’ intensamente da farmi sentire nuda.
Una lacrima sfugge al mio controllo. Mi fai male e lo sai. Il male più profondo che abbia mai provato. Eppure non farei mai niente per farti smettere. Eppure io ti amo.
Ti alzi e te ne vai.

Sono un’ illusa. Ma come avevo potuto pensare che tu potessi amarmi? Me lo avevi detto chiaro e tondo. Ero solo un’ amica. E ora non merito piu’ di esserlo. Mi faccio schifo. Ti ho ferito. Tu ti fidavi di me. Pensavi che io fossi speciale perché ero immune al tuo fascino. Speciale. Quante volte quella parola era riecheggiata nella mia testa; troppe volte, tanto da permettermi di ricamarci sopra.
Mi ferisco da sola e mi ferisci tu.
Cancella il mio numero, mi dici in un messaggio. Veloce e indolore. Almeno per te.

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