Aspetto che passi anche l’ora di inglese, con un vuoto allo stomaco che ha qualcosa a che fare con il senso di colpa.
Guardo fuori il cielo grigio indefinito senza fine e cerco di pensare a qualcosa di giusto da dirti per farti sorridere, per colpirti, per farti innamorare di me.
Il libro di Primo Levi pesa sulle mie ginocchia; non presto attenzione nemmeno alle distrazione.
Certe volte rido dell’ipocrisia degli altri e poi rido della mia.
Certe volte ne soffro.
giovedì 28 maggio 2009
7
Eppure mi sono trovata cosi, lentamente, a ricredermi su tutto; sulla persona meravigliosa che sei, che forse nemmeno tu sapevi di essere.
Piango e ancora piango.
E questo è tutto.
Piango e ancora piango.
E questo è tutto.
5
Vorrei davvero odiarti; dicono che faccia bene odiare qualcuno che ti ha fatto male… ma in questo momento non odio nessuno tranne che me stessa. Avevo poco, poco di te; ma mi sarei dovuta accontentare… cosa speravo? Che improvvisamente tu avresti aperto gli occhi e ti saresti innamorato di me come io di te? E soprattutto davvero speravo che saresti stato un fidanzato dolce e gentile come lo eri da amico, e non lo sciupafemmine che sei?
Vorrei odiarti. E invece mi manchi piu dell’aria.
Vorrei odiarti. E invece mi manchi piu dell’aria.
4
Guardo le foglie che si muovono e le montagne innevate tra le foglie dell’albero. Abbiamo camminato per mezz’ora per tutta la città. E poi ci sediamo. Sull’ultima panchina del lungolago, piena di scritte sbiadite che oramai non hanno piu senso per nessuno. C’è un profumo di ricordi nell’aria. appoggio la borsa al mio fianco e tu guardi il cielo. Rimango rapita anch’io.
Non ci diciamo niente. Nessuno dei due ha piu voglia di parlare e poi non ce n’è bisogno. Rimaniamo cosi, un po’ sospesi nei nostri pensieri, io che guardo un po’ te.
Prendo il mio blocco dalla borsa. Spero non ti irriti essere disegnato. L’ho fatto tante di quelle volte senza che tu lo sapessi.
Accenno il contorno del volto e osservo la tua reazione. Impassibile. Ma con la coda nell’occhio cerchi di vedere…
Faccio qualche dettaglio in piu. Occhi. Bocca. Naso. Capelli. La mia matita si muove con troppa leggerezza. Quasi non riesci a sentire il suono della mina contro la carta. Uno schizzo un cerchio.
Non ci diciamo niente. Nessuno dei due ha piu voglia di parlare e poi non ce n’è bisogno. Rimaniamo cosi, un po’ sospesi nei nostri pensieri, io che guardo un po’ te.
Prendo il mio blocco dalla borsa. Spero non ti irriti essere disegnato. L’ho fatto tante di quelle volte senza che tu lo sapessi.
Accenno il contorno del volto e osservo la tua reazione. Impassibile. Ma con la coda nell’occhio cerchi di vedere…
Faccio qualche dettaglio in piu. Occhi. Bocca. Naso. Capelli. La mia matita si muove con troppa leggerezza. Quasi non riesci a sentire il suono della mina contro la carta. Uno schizzo un cerchio.
3
Camminiamo sull’autostrada. Io e te Mano nella mano. La gente ci guarda. Ma cosa si può’ fare se non camminare quando la moto si rompe?
Guardiamo il tramonto. Mai avrei creduto che ti saresti fermato con me ad ammirare la fine del giorno, tu che non credi nella notte.
Mi guardi e sussurri un po’ a me un po’ al vento: - ti amo….
Guardiamo il tramonto. Mai avrei creduto che ti saresti fermato con me ad ammirare la fine del giorno, tu che non credi nella notte.
Mi guardi e sussurri un po’ a me un po’ al vento: - ti amo….
2
Ho paura della tua reazione. Io sono esattamente come tutte le altre. Non ho niente di speciale. E ho anche intenzione di dichiararti quanto sono banale. Banale e scema.
Cammino con i denti stretti, ogni passo è un chilometro e ogni metro è pensiero negativo. Fortuna che non sei distante o avrei rischiato il suicidio. Scema, sono scema.
Mi stai aspettando. Accenni un sorriso, ma capisci subito che non è aria.
- devo parlarti.
L’ hai detto.
Quanto sei irritante, quando fai cosi’.
No scusa è che sono a disagio.
Tenero. Comunque anch’io sono a disagio.
Allora togliamoci il pensiero.
Ti ascolto.
Senti hai presente la festa…
Si, c’ero…vuoi sapere i dettagli? Dimmi di no che è imbarazzante…
No veramente ti dovevo delle spiegazioni.
Massi’ vai tra eri partita… capita a tutti… amici come prima.
Ecco appunto. Ero partita. Ma come dire… ho un pochino approfittato della situazione.
Ammutolisci. Ammutoliscono anche i tuoi occhi. Stai cominciando a capire.
Oddio cosa vuoi dire?
Voglio dire…cosa voglio dire…..CHE FINGEVO. CHE CAPIVO. CHE L’UNICA COSA CHE DESIDERAVO QUELLA SERA ERA AVERTI VICINO…. STRINGERTI E BACIARTI.E LO DESIDERO TUTT’ORA.
Mi esce cosi’. Urlando.
Mi guardi dritto negli occhi, cosi’ intensamente da farmi sentire nuda.
Una lacrima sfugge al mio controllo. Mi fai male e lo sai. Il male più profondo che abbia mai provato. Eppure non farei mai niente per farti smettere. Eppure io ti amo.
Ti alzi e te ne vai.
Sono un’ illusa. Ma come avevo potuto pensare che tu potessi amarmi? Me lo avevi detto chiaro e tondo. Ero solo un’ amica. E ora non merito piu’ di esserlo. Mi faccio schifo. Ti ho ferito. Tu ti fidavi di me. Pensavi che io fossi speciale perché ero immune al tuo fascino. Speciale. Quante volte quella parola era riecheggiata nella mia testa; troppe volte, tanto da permettermi di ricamarci sopra.
Mi ferisco da sola e mi ferisci tu.
Cancella il mio numero, mi dici in un messaggio. Veloce e indolore. Almeno per te.
Cammino con i denti stretti, ogni passo è un chilometro e ogni metro è pensiero negativo. Fortuna che non sei distante o avrei rischiato il suicidio. Scema, sono scema.
Mi stai aspettando. Accenni un sorriso, ma capisci subito che non è aria.
- devo parlarti.
L’ hai detto.
Quanto sei irritante, quando fai cosi’.
No scusa è che sono a disagio.
Tenero. Comunque anch’io sono a disagio.
Allora togliamoci il pensiero.
Ti ascolto.
Senti hai presente la festa…
Si, c’ero…vuoi sapere i dettagli? Dimmi di no che è imbarazzante…
No veramente ti dovevo delle spiegazioni.
Massi’ vai tra eri partita… capita a tutti… amici come prima.
Ecco appunto. Ero partita. Ma come dire… ho un pochino approfittato della situazione.
Ammutolisci. Ammutoliscono anche i tuoi occhi. Stai cominciando a capire.
Oddio cosa vuoi dire?
Voglio dire…cosa voglio dire…..CHE FINGEVO. CHE CAPIVO. CHE L’UNICA COSA CHE DESIDERAVO QUELLA SERA ERA AVERTI VICINO…. STRINGERTI E BACIARTI.E LO DESIDERO TUTT’ORA.
Mi esce cosi’. Urlando.
Mi guardi dritto negli occhi, cosi’ intensamente da farmi sentire nuda.
Una lacrima sfugge al mio controllo. Mi fai male e lo sai. Il male più profondo che abbia mai provato. Eppure non farei mai niente per farti smettere. Eppure io ti amo.
Ti alzi e te ne vai.
Sono un’ illusa. Ma come avevo potuto pensare che tu potessi amarmi? Me lo avevi detto chiaro e tondo. Ero solo un’ amica. E ora non merito piu’ di esserlo. Mi faccio schifo. Ti ho ferito. Tu ti fidavi di me. Pensavi che io fossi speciale perché ero immune al tuo fascino. Speciale. Quante volte quella parola era riecheggiata nella mia testa; troppe volte, tanto da permettermi di ricamarci sopra.
Mi ferisco da sola e mi ferisci tu.
Cancella il mio numero, mi dici in un messaggio. Veloce e indolore. Almeno per te.
1
Suona il campanello e so che sei tu. Sorrido e mi guardo allo specchio. Nei miei occhi ci vedo te.
Entri senza bussare e mi guardi, dolce.
-usciamo.-
prendo la giacca di similpelle che ha gia fatto colpo e ti seguo fuori, con calma.
Dal mio cancello in poi, per un anno e mezzo, tu mi tieni la mano.
E il mio cuore batte, tutto per te. Ti siedi in riva al fiume e ti guardo. In quel momento sei piu divino che umano.
Mi prendi per la giacca semiaperta e mi stringi a te. E poi mi baci e mi ribaci. Sono solo tua.
Entri senza bussare e mi guardi, dolce.
-usciamo.-
prendo la giacca di similpelle che ha gia fatto colpo e ti seguo fuori, con calma.
Dal mio cancello in poi, per un anno e mezzo, tu mi tieni la mano.
E il mio cuore batte, tutto per te. Ti siedi in riva al fiume e ti guardo. In quel momento sei piu divino che umano.
Mi prendi per la giacca semiaperta e mi stringi a te. E poi mi baci e mi ribaci. Sono solo tua.
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